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ALL. 1 - CODICE DI CONDOTTA A TUTELA DEI MINORI E PER LA PREVENZIONE DELLE MOLESTIE, DELLA VIOLENZA DI GENERE E DI OGNI ALTRA CONDIZIONE DI DISCRIMINAZIONE

ALL. 1 - CODICE DI CONDOTTA A TUTELA DEI MINORI E PER LA PREVENZIONE DELLE MOLESTIE, DELLA VIOLENZA DI GENERE E DI OGNI ALTRA CONDIZIONE DI ...




ALL. 1 - CODICE DI CONDOTTA A TUTELA DEI MINORI E PER LA PREVENZIONE DELLE MOLESTIE, DELLA VIOLENZA DI GENERE E DI OGNI ALTRA CONDIZIONE DI DISCRIMINAZIONE

Art 1
Il Codice rappresenta un documento ufficiale che raccoglie i principi, le regole etiche e le regole
morali che devono guidare scelte e comportamenti quotidiani e a cui tutti i soggetti aderenti al
Sodalizio devono uniformarsi, nell’ottica di una sana convivenza civile che metta al centro la
persona.

Art. 2 – Destinatari
Il Codice Etico è rivolto ai seguenti soggetti:
• organo amministrativo, dirigenti, tecnici, istruttori, collaboratori, consulenti esterni e ogni altro
soggetto che agisca nell’interesse del Sodalizio.
• associati e tesserati anche minori 
• genitori e/o tutori e/o coloro che esercitano che responsabilità genitoriale
Tutti, nell’ambito delle specifiche attività, devono uniformare la propria condotta al pieno rispetto
dei principi di lealtà, onestà, imparzialità, integrità morale ed equità evitando comportamenti atti a
incidere negativamente sui rapporti interni che devono essere improntati all’osservanza dei principi
di civile convivenza nel rispetto reciproco e garantendo il rispetto dei diritti e delle libertà delle
persone.
Il Codice Etico è portato a conoscenza di tutti i soggetti, indipendentemente dalla qualifica.

Art. 3 – Norme di condotta generali
I Tesserati, i soci e chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva devono:
• Adottare condotte non discriminatorie, evitando qualsiasi atteggiamento inappropriato fondato su
razza, colore, sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di altra natura,
nazione o origine sociale, disponibilità economica, nascita o di altra natura;
• Astenersi dall’adottare condotte quali: colpire, assalire fisicamente o abusare fisicamente o
psicologicamente un’altra persona;
• Evitare atteggiamenti nei confronti di altri che - anche sotto il profilo psicologico - possano influire
negativamente sul loro sviluppo armonico e socio-relazionale;
• agire con comportamenti che siano di esempio positivo, specialmente per i minori;
• astenersi dal porre in essere relazioni con minori che possano essere in qualche modo
considerate di natura sessuale, sfruttamento, maltrattamento o abuso;
• usare un linguaggio consono, evitando suggerimenti o consigli, offensivi o abusivi;
• comportarsi in maniera consona rispetto al ruolo svolto evitando condotte inappropriata o
sessualmente provocante;
• astenersi dallo stabilire o intrattenere contatti con minori associati/tesserati utilizzando strumenti
di comunicazione online personali (email, chat, social network, etc.) che
esulino da quelli strettamente funzionali all’attività istituzionale.
• Perseguire il rispetto dei principi indicati nel presente documento, evitando di tollerare o
partecipare a comportamenti di altri soggetti che siano illegali, o abusivi o che mettano a rischio la
loro sicurezza;
• Astenersi dall’organizzare momenti conviviali non istituzionali con atleti minorenni, salvo il
consenso dell’esercente la responsabilità genitoriale;
• agire in modo da tutelare la sfera emotiva del minore, evitando di assumere comportamenti che
possano far vergognare, umiliare, sminuire o disprezzare gli altri, o perpetrare qualsiasi altra forma
di abuso emotivo;
• evitare di discriminare, trattare in modo differente o favorire alcuni soggetti escludendone altri.

Art. 4 Doveri e obblighi della Associazione
L'Associazione si obbliga:
✗ al rispetto dei diritti dei tesserati
✗ alla creazione di un ambiente sano, sicuro e inclusivo per tutti i tesserati;
✗ all’educazione, alla formazione e allo svolgimento di una pratica sportiva sana;
✗ alla rimozione degli ostacoli che impediscano l’espressione delle potenzialità degli atleti o la
realizzazione di un ambiente sportivo sano, sicuro e inclusivo;
✗ alla prevenzione concreta dei rischi di abuso, violenza e discriminazione, in particolare se 
minori; 
✗ a garantire la rappresentanza paritaria di genere, nel rispetto della normativa applicabile e 
delle specificità di ogni disciplina sportiva.
✗ al rispetto dei principi di lealtà, probità e correttezza; 
✗ a garantire la piena consapevolezza di tutti i tesserati in ordine a propri diritti, doveri, 
obblighi, responsabilità e tutele;
✗ alla creazione di un ambiente sano, sicuro e inclusivo che garantisca la dignità, 
l’uguaglianza, l’equità e il rispetto dei diritti dei tesserati, in particolare se minori;
✗ alla valorizzazione delle diversità;
✗ alla promozione del pieno sviluppo della persona-atleta, in particolare se minore;
✗ alla promozione da parte di dirigenti e tecnici al benessere dell’atleta;
✗ alla effettiva partecipazione di tutti i tesserati all’attività sportiva secondo le rispettive 
aspirazioni, potenzialità, capacità e specificità;
✗ alla prevenzione e al contrasto di ogni forma di abuso, violenza e discriminazione.
✗ alla rimozione degli ostacoli che impediscano la promozione del benessere dell’atleta, in 
particolare se minore, e dello sviluppo psico-fisico dello stesso secondo le relative 
aspirazioni, potenzialità, capacità e specificità;
✗ alla rimozione degli ostacoli che impediscano la partecipazione dell’atleta alle attività,
indipendentemente da etnia, convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere,
orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, di
nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva.

Art. 5 -Diritti dei tesserati

Diritto fondamentale dei tesserati è quello di essere trattati con rispetto e dignità, nonché di essere
tutelati da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di
discriminazione, prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, indipendentemente da etnia,
convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione
politica, religione, condizione patrimoniale, di nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva. Il
diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei tesserati costituisce un valore assolutamente
prevalente anche rispetto al risultato sportivo. Chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo
all’attività sportiva è tenuto a rispettare i predetti diritti dei tesserati.

Art. 6 – Doveri e obblighi dei tesserati

I tesserati hanno i seguenti doveri e obblighi: 
a) comportarsi secondo lealtà, probità e correttezza nello svolgimento di ogni attività connessa o
collegata all’ambito sportivo e tenere una condotta improntate al rispetto nei confronti degli altri
tesserati; 
b) astenersi dall’utilizzo di un linguaggio, anche corporeo, inappropriato o allusivo, anche in
situazioni ludiche, per gioco o per scherzo;
c) garantire la sicurezza e la salute degli altri tesserati, impegnandosi a creare e a mantenere un
ambiente sano, sicuro e inclusivo;
d) impegnarsi nell’educazione e nella formazione della pratica sportiva sana, supportando gli altri
tesserati nei percorsi educativi e formativi;
e) impegnarsi a creare, mantenere e promuovere un equilibrio sano tra ambito personale e
sportivo, valorizzando anche i profili ludici, relazionali e sociali dell’attività sportiva;
f) instaurare un rapporto equilibrato con coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o i
soggetti cui è affidata la cura degli atleti ovvero loro delegati;
g) prevenire e disincentivare dispute, contrasti e dissidi anche mediante l’utilizzo di una
comunicazione sana, efficace e costruttiva;
h) affrontare in modo proattivo comportamenti offensivi, manipolativi, minacciosi o aggressivi;
i) collaborare con gli altri tesserati nella prevenzione, nel contrasto e nella repressione di abusi,
violenze e discriminazioni (individuali o collettivi); 
j) segnalare senza indugio al Responsabile di cui al punto 3 delle presenti Linee Guida situazioni,
anche potenziali, che espongano sé o altri a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.

Art. 7 – Doveri e obblighi di dirigenti sportivi e tecnici
I Dirigenti Sportivi e Tecnici hanno i seguenti doveri e obblighi:
a) agire per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione;
b) astenersi da qualsiasi abuso o uso improprio della propria posizione di fiducia, potere o
influenza nei confronti dei tesserati, specie se minori;
c) contribuire alla formazione e alla crescita armonica dei tesserati, in particolare se minori;
d) evitare ogni contatto fisico non necessario con i tesserati, in particolare se minori;
e) promuovere un rapporto tra tesserati improntato al rispetto e alla collaborazione, prevenendo
situazioni disfunzionali, che creino, anche mediante manipolazione, uno stato di soggezione,
pericolo o timore;
f) astenersi dal creare situazioni di intimità con il tesserato minore;
g) porre in essere, in occasione delle trasferte, soluzioni logistiche atte a prevenire situazioni di
disagio e/o comportamenti inappropriati, coinvolgendo nelle scelte coloro che esercitano la
responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la loro cura ovvero loro delegati;
h) comunicare e condividere con il tesserato minore gli obiettivi educativi e formativi, illustrando le
modalità con cui si intendono perseguire tali obiettivi e coinvolgendo nelle scelte coloro che
esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la loro cura ovvero loro delegati;
i) astenersi da comunicazioni e contatti di natura intima con il tesserato minore, anche mediante
social network;
j) interrompere senza indugio ogni contatto con il tesserato minore qualora si riscontrino situazioni
di ansia, timore o disagio derivanti dalla propria condotta, attivando il Responsabile di cui al punto
3 delle presenti Linee Guida;
k) impiegare le necessarie competenze professionali nell’eventuale programmazione e/o gestione
di regimi alimentari in ambito sportivo;
l) segnalare tempestivamente eventuali indicatori di disturbi alimentari degli atleti loro affidati;
m) dichiarare cause di incompatibilità e conflitti di interesse;
n) sostenere i valori del sport, altresì educando al ripudio di sostanze o metodi vietati per alterare
le prestazioni sportive dei tesserati;
o) conoscere, informarsi e aggiornarsi con continuità sulle politiche di safeguarding, sulle misure di
prevenzione e contrasto agli abusi, violenze e discriminazioni, nonché sulle più moderne
metodologie di formazione e comunicazione in ambito sportivo;
p) astenersi dall’utilizzo, dalla riproduzione e dalla diffusione di immagini o video dei tesserati
minori, se non per finalità educative e formative, acquisendo le necessarie autorizzazioni da coloro
che esercitano la responsabilità genitoriale o dai soggetti cui è affidata la loro cura ovvero da loro
delegati;
k) segnalare senza indugio al Responsabile di cui al punto 4 del MOGC nonché al Safeguarding
Office della FCI, rischi anche potenziali, che espongano i tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o
disagio.

Art. 8 - Doveri ed obblighi degli atleti

Gli atleti hanno i seguenti doveri e obblighi:
a) rispettare il principio di solidarietà tra atleti, favorendo assistenza e sostegno reciproco;
b) comunicare le proprie aspirazioni ai dirigenti sportivi e ai tecnici e valutare in spirito di
collaborazione le proposte circa gli obiettivi educativi e formativi e le modalità di
raggiungimento di tali obiettivi, anche con il supporto di coloro che esercitano la
responsabilità genitoriale o dei soggetti cui è affidata la loro cura, eventualmente
confrontandosi con gli altri atleti;
c) comunicare a dirigenti sportivi e tecnici situazioni di ansia, timore o disagio che riguardino 
sé o altri;
d) prevenire, evitare e segnalare situazioni disfunzionali che creino, anche mediante
manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore negli altri atleti;
e) rispettare e tutelare la dignità, la salute e il benessere degli altri atleti e, più in generale, di
tutti i soggetti coinvolti nelle attività sportive;
f) rispettare la funzione educativa e formativa dei dirigenti sportivi e dei tecnici;
g) mantenere rapporti improntati al rispetto con gli altri atleti e con ogni soggetto comunque
coinvolto nelle attività sportive;
h) riferire qualsiasi infortunio o incidente agli esercenti la responsabilità genitoriale o ai
soggetti cui è affidata la cura degli atleti ovvero ai loro delegati;
i) evitare contatti e situazioni di intimità con dirigenti sportivi e tecnici, anche in occasione di
trasferte, segnalando eventuali comportamenti inopportuni;
j) astenersi dal diffondere materiale fotografico e video di natura privata o intima ricevuto,
segnalando comportamenti difformi a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o ai
soggetti cui è affidata la loro cura ovvero ai loro delegati, nonché al Responsabile di cui al
punto 4 del MOGC.

Art. 9 – Dovere di segnalazione
Tutti i Destinatari del presente documento devono essere vigili nell’identificare situazioni che
possano comportare rischi per gli altri e devono riportare ogni preoccupazione, sospetto o certezza
circa un possibile abuso, maltrattamento, violenza o discriminazione verso altri al Responsabile
nominato dal Sodalizio ed indicato al paragrafo 4) del MOGC nonché al Safeguarding Office della
FCI attraverso l’indirizzo email safeguardingofficefci@federcislismo.it.
La documentazione e le informazioni acquisite nell’ambito delle attività di segnalazione sono
accessibili esclusivamente al Responsabile nominato dal Sodalizio e al Safeguarding Office della
FCI. 
Il supporto (cartaceo, digitale) contenente il materiale di cui sopra, rimane opportunamente
custodito nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali. 

Art. 10 – Fattispecie di abuso, violenza e discriminazione
Le fattispecie di abuso, violenza e discriminazione possono individuarsi in:
a) l’abuso psicologico;
b) l’abuso fisico;
c) la molestia sessuale;
d) l’abuso sessuale;
e) la negligenza;
f) l’incuria;
g) l’abuso di matrice religiosa;
h) il bullismo, il cyberbullismo:
i) i comportamenti discriminatori.
A fini di quanto precede, si intendono:
a) per “abuso psicologico”, qualunque atto indesiderato, tra cui la mancanza di rispetto, il
confinamento, la sopraffazione, l’isolamento o qualsiasi altro trattamento che possa incidere sul
senso di identità, dignità e autostima, ovvero tale da intimidire, turbare o alterare la serenità del
tesserato, anche se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali;
b) per “abuso fisico”, qualunque condotta consumata o tentata (tra cui botte, pugni, percosse,
soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), che sia in grado in senso reale o potenziale di
procurare direttamente o indirettamente un danno alla salute, un trauma, lesioni fisiche o che
danneggi lo sviluppo psico-fisico del minore tanto da compromettergli una sana e serena crescita.
Tali atti possono anche consistere nell’indurre un tesserato a svolgere (al fine di una migliore
performance sportiva) un’attività fisica inappropriata come il somministrare carichi di allenamento
inadeguati in base all’età, genere, struttura e capacità fisica oppure forzare ad allenarsi atleti
ammalati, infortunati o comunque doloranti, nonché nell’uso improprio, eccessivo, illecito o
arbitrario di strumenti sportivi. In quest’ambito rientrano anche quei comportamenti che favoriscono
il consumo di alcool, di sostanze comunque vietate da norme vigenti o le pratiche di doping;
c) per “molestia sessuale”, qualunque atto o comportamento indesiderato e non gradito di
natura sessuale, sia esso verbale, non verbale o fisico che comporti una grave noia, fastidio o
disturbo. Tali atti o comportamenti possono anche consistere nell’assumere un linguaggio del
corpo inappropriato, nel rivolgere osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, nonché richieste
indesiderate o non gradite aventi connotazione sessuale, ovvero telefonate, messaggi, lettere od
ogni altra forma di comunicazione a contenuto sessuale, anche con effetto intimidatorio,
degradante o umiliante;
d) per “abuso sessuale”, qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione sessuale,
senza contatto, o con contatto e considerata non desiderata, o il cui consenso è costretto,
manipolato, non dato o negato. Può consistere anche nel costringere un tesserato a porre in
essere condotte sessuali inappropriate o indesiderate, o nell’osservare il tesserato in condizioni e
contesti non appropriati;
e) per “negligenza”, il mancato intervento di un dirigente, tecnico o qualsiasi tesserato, anche
in ragione dei doveri che derivano dal suo ruolo, il quale, presa conoscenza di uno degli eventi, o
comportamento, o condotta, o atto di cui al presente documento, omette di intervenire causando
un danno, permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno.
Può consistere anche nel persistente e sistematico disinteresse, ovvero trascuratezza, dei bisogni
fisici e/o psicologici del tesserato;
f) per “incuria”, la mancata soddisfazione delle necessita fondamentali a livello fisico, medico,
educativo ed emotivo;
g) per “abuso di matrice religiosa”, l’impedimento, il condizionamento o la limitazione del diritto
di professare liberamente la propria fede religiosa e di esercitarne in privato o in pubblico il culto
purché non si tratti di riti contrari al buon costume;
h) per “bullismo, cyberbullismo”, qualsiasi comportamento offensivo e/o aggressivo che un
singolo individuo o più soggetti possono mettere in atto, personalmente, attraverso i social network
o altri strumenti di comunicazione, sia in maniera isolata, sia ripetutamente nel corso del tempo, ai
danni di uno o più tesserati con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sul tesserato.
Possono anche consistere in comportamenti di prevaricazione e sopraffazione ripetuti e atti ad
intimidire o turbare un tesserato che determinano una condizione di disagio, insicurezza, paura,
esclusione o isolamento (tra cui umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto fisico, minacce verbali,
anche in relazione alla performance sportiva, diffusione di notizie infondate, minacce di
ripercussioni fisiche o di danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima). 
i) per “comportamenti discriminatori”, qualsiasi comportamento finalizzato a conseguire un
effetto discriminatorio basato su etnia, colore, caratteristiche fisiche, genere, status socialeconomico, prestazioni sportive e capacità atletiche, religione, convinzioni personali,
disabilità, età o orientamento sessuale.

Art. 11 – Procedura sanzionatoria

I soggetti che pongano in essere i comportamenti violativi del Codice di condotta saranno
sottoposti al procedimento sanzionatorio nell’ambito del Sodalizio, ai sensi delle norme dello
relativo statuto.
Ove la prosecuzione dell’attività nel contesto del Sodalizio possa arrecare pregiudizio ai Tesserati
e/o alle Tesserate, potrà disporsi la sospensione cautelare dalle attività sportive in attesa della
definizione del procedimento endosocietario/endoassociativo.
Dell’avvio del procedimento sanzionatorio nonché dell’esito dello stesso dovrà essere data
tempestiva notizia al Responsabile del sodalizio e al Safeguarding Office della FCI.
I componenti degli organi e degli uffici del Sodalizio coinvolti nell’espletamento delle procedure di
cui al presente paragrafo assumono l’onere di riservatezza.
Restano salve le azioni e i provvedimenti del Safeguarding Office della FCI, della Procura Federale
e degli Organi di Giustizia Federali

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